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“Senza le parole puoi dire anche di più”

“Senza le parole puoi dire anche di più”

Come titolo suona bene una delle frasi più celebri del pianista Keith Jarrett per un’artista come Iela Mari. I suoi libri sono considerati dei classici della letteratura per l’infanzia e ciascuno di noi, magari ignorandone l’autore, se cerca bene nelle scatole dei propri ricordi ne trova senz’altro qualcuno. Dagli anni ’60 i suoi capolavori dell’illustrazione sono stati “letti” da generazioni di bambini ed ammirati da altrettanti adulti che di fronte a libri senza parole riscoprivano il piacere di utilizzare la fantasia.

La mela e la farfalla, L’uovo e la gallina, il palloncino rosso, solo per citarne alcuni, sono delle pietre miliari del mondo dei wordless book, genere che ha sicuramente avuto più successo tra gli editori stranieri piuttosto che tra quelli del bel Paese.

Tutta la sua produzione ad eccezione de Il Tondo e di C’era una volta un riccio di mare rispetterà la scelta del “senza parole”. Dei suoi libri e delle sue storie sono protagonisti topi, farfalle, zanzare, galline, volpi, gabbiani, insieme ad un interminabile elenco di altri piccoli e grandi animali uniti a piccoli e grandi fiori ed alberi, figure che partendo da un punto prendono forma stimolando la fantasia dei bimbi e la loro innata capacità di immaginare.

Nel 1968 Iela disse: «Vorrei attirare l’attenzione sulle forme in relazione al bombardamento delle immagini prodotte dalla televisione», quasi prevedendo quale sarebbe stata l’evoluzione di quell’affascinante ma dannato strumento.

Ciao Iela!

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